“Come olivo verdeggiante nella casa di Dio, > confido nella fedeltà di Dio > in eterno e per sempre.” (Sal. 51)
“Nell’anno 1313 dalla Natività del Verbo incarnato, i suddetti uomini, amati da Dio, si recarono in tale luogo, con i loro arnesi e i loro libri, per offrire a Dio un sollecito servizio”. Così il monaco Antonio da Barga racconta nella sua Cronaca del 1450 l’inizio della nostra storia, che in origine portò Bernardo Tolomei, Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini nel deserto di Acona, deserto che, con la charta fundationis del 26 marzo 1319, divenne l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore.
Bernardo e i suoi amici abbracciarono la Regola di San Benedetto e diedero vita a una nuova Congregazione monastica approvata da Papa Clemente VI il 21 gennaio 1344. I diversi monasteri fondati o aggregati fin dalle origini entrano dunque a far parte di una famiglia religiosa essendo uniti all’abbazia di Monte Oliveto Maggiore come membra al capo.
In questo modo Bernardo adotta come carisma proprio della nascente famiglia monastica una struttura centralizzata che, grazie al Capitolo Generale e al ministero dell’Abate di Monte Oliveto, che è anche Abate Generale e padre di tutti i monaci, sviluppa un Unum Corpus che fa crescere la carità fraterna, rendendo le comunità profondamente solidali le une con le altre. Questo carisma che è vissuto ancora oggi attraverso il voto di stabilità in Congregazione, garantisce una giusta autonomia dei monasteri guidati dai loro rispettivi superiori